On 22 March 2014, during the World Water Day celebration, the WWF published the report entitled “Italy’s water footprint”: a worrying document, but at the same time no surprise.
Let’s just share some data. The champion of water consumption is still agriculture, with a water footprint of about 70 billion m3 per year of fresh water covering 85% of the Italian manufacturing sector water footprint. The remaining 15% is attributed to manufacturing (8%) and domestic use (4%). With regards to the water footprint related to consumption, 89% is linked to Italians’ daily food consumption. In particular, 50% of this consumption comes from food of animal origin (milk, eggs, meat …).
With a clear reference to the Expo 2015 “feeding the planet” theme, this study lets us reflect upon the intimate connection between water resources and food security. And to learn more about this issue, which affects us all, we interviewed Alessandro Ubiali, President of Coldiretti Milan, Lodi and Monza Brianza (Coldiretti is the Italian association of agriculture producers).
“The WWF report is very interesting and helps to raise awareness of such a crucial issue,” Mr Ubiali said. “You can discuss figures and percentages, but the essence is that the role of agriculture in reducing the water footprint of our country is essential. And then look at the facts: fresh water is decreasing all over the world and this opens up to considerable technological and organizational challenges. There is no doubt, for example, that it will be necessary to rationalize the use of irrigation water, even if the use is mainly made in the summer and with an almost entire reuse of water. At the same time, however, it is essential to adopt differentiated approaches according to the geographical and natural characteristics of a certain region. Each region has its own needs and its own water supply, also depending on the level of intensity of production (agricultural and industrial) that characterizes it.
The Po Valley in Northern Italy, for example, is mentioned in the report as one of the regions with the largest water footprint and certainly this is due to its high level of economic development. However, it is also a very rich and fertile land, where interesting local water-saving techniques are applied, without necessarily having to apply technologies typical of dry areas.”
The close relationship between water use and crop production, however, is also influenced by the changes that our eating habits have undergone over the last few decades and which the processes of globalization continue to strengthen. Coldiretti has been encouraging policies that support the development of high quality and eco-friendly local products.
Ubiali explained: “We absolutely have to seize Expo 2015 as a great opportunity for our country, we simply cannot afford to miss it. It should be an opportunity for long term planning, to enhance the quality of food production and local sales, but mainly to save on irrigation water without reducing agricultural production. In fact, it is hard to imagine that, with the current world population growth rate and the need to feed the planet, current production is reduced, on the contrary it will grow and we will have to innovate in order to reduce water consumption. With this regard, the National Association of Irrigation and Land Reclamation (ANBI), in view of the Expo 2015, has promoted “Irriframe“, a project aiming to reach 20% of water savings among the consortia involved, without reducing production.
“In addition, we must continue to raise awareness of water and food consumption issues”, Ubiali said. “We are all responsible for future generations and we must take the most sustainable actions. Coldiretti has long been cooperating with the “Campagna Amica Foundation” in a shared commitment to supporting local sales, tourism and environmental sustainability. For us, local production and sales are a value per se and include many more concepts: biodiversity, local development, healthy lifestyles and environment and, last but not least, higher margins for local producers, with a strong positive impact on local economy. ”
This article was originally published in Italian on Now How (www.nowhow.it), sustainability web magazine powered by MWH in Italy. Read the original article.
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Impronta idrica: l’agricoltura pensa al futuro
Il rapporto pubblicato dal WWF in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo 2014, dal titolo “L’impronta idrica in Italia”, se ci allarma, allo stesso tempo non ci sorprende.
Solo alcuni dati. La regina dei consumi idrici rimane l’agricoltura, con un’impronta idrica di circa 70 miliardi di m3 annui di acqua dolce che coprono l’85% dell’impronta idrica del settore produttivo italiano. Il restante 15% è da attribuire alla produzione industriale (8%) e all’uso domestico (4%). C’è poi l’impronta idrica legata ai consumi e anche qui vediamo come l’89% sia legato al consumo di cibo quotidiano degli italiani. In particolare il 50% di questa parte dell’impronta idrica dei consumi è attribuibile ai consumi di alimenti di origine animale (latte, uova, carne…).
Con un chiaro sguardo al tema della nutrizione lanciato dall’Expo, questo studio ci fa riflettere sul delicato nesso tra risorse idriche e sicurezza alimentare. E su questo tema che ci riguarda tutti da vicino, abbiamo sentito il parere del dott. Alessandro Ubiali, Presidente di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza.
“Il rapporto del WWF è molto interessante ed utile per sensibilizzare l’opinione pubblica su una problematica così importante”, sottolinea Ubiali. “Si può discutere di cifre e percentuali, ma la sostanza rimane: il ruolo dell’agricoltura nel ridurre l’impronta idrica del nostro Paese è fondamentale. E poi ci sono i fatti: l’acqua dolce sta diminuendo in tutto il mondo e questo pone delle sfide organizzative e tecnologiche notevoli. Non vi è dubbio, ad esempio che occorrerà razionalizzare l’utilizzo dell’acqua irrigua, anche se l’uso avviene principalmente nei mesi estivi e con una restituzione all’ambiente per la quasi totalità. Al contempo, però, è fondamentale adottare degli approcci differenziati a seconda dell’area geografica e delle caratteristiche naturali di una certa regione. Ogni regione ha un suo fabbisogno e una sua disponibilità idrica, anche in funzione del livello di intensità produttiva (agricola e industriale) che la caratterizza.
La pianura padana, per fare un esempio, viene citata nel rapporto come una delle regioni con la maggiore impronta idrica e sicuramente il suo sviluppo economico ne è una ragione. Tuttavia, è anche una terra molto ricca e fertile, per cui ci sono tecniche di risparmio idrico interessanti e alla nostra portata, senza necessariamente dover ricorrere a tecnologie tipiche delle aree siccitose.”
Lo stretto rapporto fra l’uso dell’acqua e le produzioni agricole, tuttavia, risente anche dei cambiamenti che le nostre abitudini alimentari hanno subito negli ultimi decenni e che i processi di globalizzazione continuano a rafforzare. Coldiretti incoraggia da tempo delle politiche che favoriscano lo sviluppo di produzioni di qualità ed ecosostenibili a “Km 0”.
Spiega Ubiali: “L’Expo deve assolutamente diventare una grande opportunità per il nostro Paese, non possiamo permetterci di perderla. Deve essere un’occasione per pianificare a lungo termine, valorizzare la qualità del cibo, la produzione e la vendita locali, ma soprattutto risparmiare sull’utilizzo irriguo senza ridurre la produzione agricola. E’ impensabile, infatti, che con questo trend di crescita della popolazione mondiale e la necessità di sfamare tutti, si riduca l’attuale produzione, al contrario essa crescerà e noi dovremo innovare per ridurre i consumi idrici. A questo proposito, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche delle Irrigazioni e dei Miglioramenti Fondiari (ANBI), in vista dell’Expo, ha promosso il progetto “Irriframe” che punta a un risparmio idrico del 20% tra i Consorzi coinvolti, senza ridurre la produzione.
“E poi bisogna continuare a sensibilizzare sui consumi idrici ed alimentari”, conclude Ubiali. “Siamo tutti responsabili di fronte alle generazioni future e dobbiamo agire in questo senso. La Coldiretti con la Fondazione Campagna Amica è da tempo impegnata nel sostenere la vendita diretta, il turismo e l’ecosostenibilità. Per noi il Km 0 è un valore ed esso stesso ne racchiude molti altri: biodiversità, valorizzazione del territorio, stili di vita più salutari e rispettosi dell’ambiente e, non da ultimo, maggiori margini per i produttori locali, con una ricaduta naturalmente positiva sull’economia di filiera.”
Fonte: questo articolo è stato pubblicato su Now How (www.nowhow.it), portale tematico edito da MWH in Italia.
Per leggere l’articolo su Now How: http://nowhow.it/approfondimento-impronta-idrica-lagricoltura-pensa-al-futuro/
